Il calcolo automatico, che storia!
Le origini del calcolo automatico in Italia
La storia delle macchine per il calcolo iniziò in Italia molti secoli fa; la si può far risalire al più semplice strumento per far conti, l’abaco usato dai Romani per l’amministrazione dell’Impero e per la contabilità dei commerci. Nei due millenni che seguirono molti furono gli inventori italiani che proposero altre macchine, a iniziare da Galileo Galilei e da altri matematici rinascimentali.
Al finire della Seconda guerra mondiale arrivarono in Europa notizie dei primi calcolatori automatici programmabili, come le macchine a relè di Howard Aiken ad Harvard e l’elettronico Eniac di Presper Eckert e John Mauchly a Filadelfia. Anche al di qua dell’Atlantico erano stati costruiti due elaboratori: il tedesco Z4 di Konrad Zuse e il britannico Colossus di Tommy Flowers. Entrambi però erano del tutto sconosciuti e il secondo lo rimase per ben trent’anni, protetto da segreto militare.
In Italia, come nel resto dell’Europa, l’interesse riscosso da tali invenzioni tra i matematici, i fisici, gli ingeneri, ma non solo, fu considerevole e stimolò il desiderio di disporne per le necessità di calcolo della nazione. All’epoca si trattava di decidere tra due possibilità: acquistare o costruire, entrambe le strade erano difficili, costose e incerte, soprattutto in un Pese come il nostro debilitato da anni di guerra. L’acquisto si scontrava con un’offerta commerciale quasi inesistente: i produttori erano solo una manciata in tutto il mondo e i prezzi erano elevati; la costruzione richiedeva lunghi tempi e professionalità piuttosto rare. Si intrapresero entrambe le vie.
La nascita dell’informatica italiana può essere datata al 1954. In quell’anno furono acquistati i primi due calcolatori elettronici che entrarono in funzione nel nostro paese: il CRC 102A (di costruzione americana) al Politecnico di Milano e il Ferranti Mark I* (di costruzione inglese) all’Istituto per le aplicazioni del calcolo (IAC) del CNR, a Roma. Nello stesso anno presero il via altre due iniziative, tese questa volta a seguire l’altra strada, quella di costruire un calcolatore in modo autonomo. Una nacque all’Università di Pisa e sfociò nella realizzazione della Calcolatrice elettronica pisana (CEP), l’altra fu un’iniziativa industriale della società Olivetti che portò al progetto dell’ELEA 9003, il primo calcolatore elettronico prodotto da un’azienda italiana.
- Le prime macchine italiane per il calcolo e i loro inventori
- Politecnico di Milano, la CRC 102A
- Istituto per le Applicazioni del Calcolo, la Finac
- Università di Pisa, la CEP
- Olivetti, lo ELEA 9003
- Storia delle reti telematiche in Italia, da Rcpnet a Internet
- Le origini di Internet in Italia
- Le origini dell’informatica e del networking a Pisa: Gianfranco Capriz racconta – Docufilm