“La ‘scuola digitale’ non è un’altra scuola. È, più concretamente, la sfida dell’innovazione della scuola.”
Dal Piano Nazionale Scuola Digitale
Usiamo il termine “Scuola digitale” (che in quanto sintetico è necessariamente approssimativo) per indicare una scuola le cui attività si sviluppano in parte in ambienti fisici in parte in ambienti virtuali, usando tradizionali strumenti analogici – penne, quaderni, lavagne, libri, banchi, … - e strumenti digitali quali LIM, computer, tablet, smartphone; una scuola in cui i “contenuti” sono sempre più in formato digitale e sempre più risiedono nel cloud; in cui le relazioni – fra docenti e studenti e fra studenti, ma anche con i genitori – si avviano in presenza ma proseguono anche in rete. E' una scuola non più chiusa ma aperta; perché:
- il riferimento non sono più i programmi, intesi come lista di contenuti che l'insegnante deve fornire, ma le competenze che la società richiede;
- oltre ai libri presenti nella classe si ha accesso, grazie a internet e ai motori di ricerca, a biblioteche virtuali, musei, archivi multimediali, basi di dati, siti scientifici, ... di tutto il mondo;
- si può accedere a risorse praticamente illimitate e gratuite: strumenti di comunicazione quali e-mail, chat e videochat, strumenti di archiviazione e di sharing e di produzione collaborativa di testi, di video, di immagini, di link, ...;
- si superano i confini temporali (l'ora di lezione) e spaziali (l'aula).
“Didattica digitale” è il processo di insegnamento/apprendimento che si realizza in questo contesto modificando le tradizionali metodologie didattiche basate sulla centralità del docente e sulla trasmissione dei contenuti e promuovendo il ruolo attivo degli studenti e l’acquisizione di competenze.
Secondo il Piano Nazionale Scuola Digitale (2015): “Sono 326.000 le aule degli oltre 33.000 plessi scolastici ‘attivi’: il 70% è connessa in Rete in modalità cablata o wireless (ma generalmente con una connessione inadatta alla didattica digitale), il 41,9% è dotata di LIM e il 6,1% di proiettore interattivo.
Sono in totale 65.650 i laboratori delle scuole, per una media di 7,8 per istituto. Di questi, l’82,5% è connesso in Rete in modalità cablata o wireless, il 43,6% è dotato di LIM e il 16,9% di proiettore interattivo.
Una stima generale, sommando le dotazioni di aule, laboratori e biblioteche scolastiche, indica in circa 1.300.000 unità le dotazioni tecnologiche a disposizione delle scuole (605.000 nei laboratori, 650.000 nelle classi e la cifra restante nelle biblioteche). Un sintetico dato del rapporto tecnologie/alunni ha registrato nell’ultimo anno un passaggio da una media nazionale di 1 device ogni 8,9 alunni ad una di 7,9: seppure il dato non consenta interpretazioni qualitative, si tratta di una dimostrazione che la penetrazione della scuola digitale è fatto concreto”.
I dati forniti dal MIUR indicano che gran parte delle scuole è tecnologicamente attrezzata. E a questi dati si può sommare quelli della tecnologia che gli studenti - e gli insegnanti - hanno personalmente a disposizione - portatili tablet e smartphone - e che può essere utilizzata in una logica BYOD (Bring Your Own Device).
Ma non sono le attrezzature tecnologiche il punto essenziale. E’ essenziale che gli insegnanti siano preparati ad utilizzare le tecnologie digitali per rendere più efficace e attraente la didattica.
AICA collabora con il MIUR, con gli uffici scolastici regionali e con singole scuole promuovendo una serie di iniziative di formazione, di certificazione, di diffusione delle buone pratiche e di confronto.