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Skill gap, quanto costa il divario di competenze al sistema-Paese
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Skill gap, quanto costa il divario di competenze al sistema-Paese Home Digital4HR Condividi questo articolo Un'indagine di BCG pubblicata a fine 2020 ha rilevato che nei Paesi Ocse almeno un lavoratore su tre è sovraqualificato o sottoqualificato. Inoltre la mancanza di competenze e lo scollamento tra domanda e offerta (skill mismatch) incidono ogni anno di più sul Pil globale. E in Italia ci sono 10 milioni di lavoratori "male assortiti". Ecco le strategie per colmare il divario 3 minuti fa Patrizia Licata Lo skill gap minaccia la crescita globale, non solo economica ma anche sociale e personale. Il divario delle competenze e il mancato incontro tra domanda e offerta di competenze sul mercato (skill mismatch) sono problematiche intrinseche al mercato del lavoro stesso, ma sicuramente sono balzate alla luce con l'avanzare della digitalizzazione. Questa richiede skill quanto mai specialistiche e, soprattutto, in costante evoluzione per tenere il passo con i progressi tecnologici. Un'indagine di Boston Consulting Group (BCG) pubblicata a fine 2020 (Alleviating the Heavy Toll of the Global Skills Mismatch), ha rilevato che, in tutto il mondo, almeno 1,3 miliardi di persone sono sovraqualificati o sottoqualificati. Per i Paesi Ocse, si parla di un lavoratore su tre. In Italia, secondo lo European Centre for the Development of Vocational training (Cedefop) dell'Unione Europea, a fine 2020 i posti di lavoro vacanti in ambito ICT sono 135mila. In tutta Europa sono 750mila. La causa principale è lo scollamento tra domanda e offerta di competenze. Indice degli argomenti Che cosa è lo skill gap Il costo della mancanza di competenze Skill gap, come si colloca l'Italia Le strategie per colmare il divario Chi se ne deve occupare? La Strategia Nazionale Che cosa è lo skill gap Lo skill gap (o skills gap) è l'assenza di risorse dotate di competenze adeguate per svolgere un determinato lavoro. Altrettanto temibile è lo skill mismatch: i lavoratori ci sono, ma a causa dell'evoluzione delle tecniche e dei mezzi le loro competenze non sono più adatte. Oppure l'offerta di competenze sul mercato non corrisponde alla domanda: per esempio, le aziende cercano data scientist, sviluppatori di app e esperti di statistica, ma la maggior parte dei laureati non segue percorsi di studio nelle materie tecnicoscientifiche (STEM). La richiesta di competenze digitali continua infatti a crescere, ma non c'è ancora un adeguato riscontro in termini di formazione universitaria e aziendale, come evidenziato in Italia dall'ultimo Osservatorio Competenze Digitali. L'Osservatorio è condotto dalle maggiori associazioni dell'ICT - AICA, Anitec Assinform, Assintel e Assinter Italia - insieme all'Università Bicocca di Milano, e promosso da Miur e Agid.