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L'IA ruberà lavoro? No, se ci aggiorneremo
ansa.it
L'intelligenza artificiale e, più in generale, l'innovazione delle tecnologie e dei processi stanno cambiando ogni aspetto della nostra vita, compreso il mondo del lavoro. Nel bene e nel male, è un fenomeno inarrestabile che sarebbe inutile e controproducente ostacolare, ma che può e deve essere governato con la collaborazione di tutti gli stakeholder della società civile, perché «l'innovazione è un fenomeno collettivo e soprattutto condiviso», che richiede una visione comune e che, quando si parla mestieri, professioni e occupazione, esige un continuo aggiornamento delle competenze. Ne parliamo con Gloria Gazzano, presidente della sezione territoriale Lombardia di AICA (Associazione Italiana per l'Informatica e il Calcolo Automatico) e ideatrice di D-Avengers, una community (parte del network dell'Osservatorio IA) che nasce in collaborazione con SDA Bocconi e la cui missione è creare uno spazio per condividere conoscenze, practice e competenze che accelerino la trasformazione digitale. A lei abbiamo chiesto innanzitutto cosa ritiene sia necessario fare per "assorbire" il cambiamento che l'IA sta determinando e determinerà nel mondo del lavoro, per gestirne l'impatto e le conseguenze sociali: «Tra qualche anno la trasformazione digitale avrà creato nuovi posti di lavoro e modificato, se non eliminato, quelli meno qualificati - risponde - esperti affermano che milioni di posti andranno persi ma si tratterà di impieghi a bassa specializzazione, mentre le nuove professioni riguarderanno ruoli più specialistici, e nuovi profili, che oggi non siamo ancora in grado di identificare, nasceranno. Per questo è fondamentale coltivare e aggiornare le competenze digitali, intese come abilità tecnologiche di base e specialistiche, che permeano tutti i settori e le funzioni aziendali, attraverso una continua formazione, senza dimenticare l'importanza delle human skill». Quindi il segreto per restare competitivi sul mercato del lavoro è continuare ad aggiornarsi? «La trasformazione digitale ha anche un impatto sull'economia, la società e la qualità della vita degli individui, recando miglioramenti in termini di accesso alle informazioni e ai servizi, ma talvolta diventando fonte di disuguaglianza sociale a causa del divario digitale tra coloro che possono accedere alla tecnologia e quelli che ne sono privi. L'attualità più recente ci ha, infatti, mostrato come durante i mesi di lockdown, molti studenti italiani non abbiano potuto seguire le lezioni a distanza poiché non disponevano di accesso alla rete o erano sprovvisti degli opportuni device, in un sistema scolastico che ha manifestato qualche difficoltà a riprogettare e ad allineare i percorsi di elearning alle esigenze date dall'emergenza sanitaria. L'alfabetizzazione digitale è dunque una condizione necessaria per ottimizzare l'utilizzo delle risorse tecnologiche a disposizione; in questo senso AICA da 60 anni contribuisce con i propri programmi a diffondere la cultura digitale in Italia consentendo l'accesso alle tecnologie e alle competenze digitali da parte di chiunque, affinché nessuno - individuo o azienda - debba rimanere escluso».