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Imprese e maturità digitale: stato dell'arte e ruolo delle competenze
forumpa.it
Mentre il nostro Paese si trova ad affrontare un'inedita emergenza sanitaria, la preoccupazione è grande anche per l'impatto economico che questa situazione avrà sulle imprese. Pubblichiamo un contributo che Andrea Sammarco, Vice Segretario Generale di Unioncamere, ci ha inviato la scorsa settimana, prima delle ultime misure del Governo. Una riflessione sulla maturità digitale delle imprese italiane e sull'importanza di sviluppare nuove competenze, temi che siamo convinti restino centrali anche e soprattutto in un momento così delicato e che approfondiremo in occasione del prossimo FORUM PA. La maturità digitale delle imprese italiane è attualmente un mosaico di situazioni molto diverse tra loro che tuttavia - proprio a causa delle loro differenti necessità - creano una difficoltà ulteriore per focalizzare efficacemente le scelte, gli strumenti e le risorse pubbliche verso la trasformazione digitale. Sappiamo, infatti, di essere un Paese caratterizzato dal 97% di piccole e microimprese rispetto ai 6 milioni di imprese esistenti (dati Registro Imprese) e tante volte abbiamo visto come l'innovazione si diffonda prevalentemente tramite la spinta delle medio-grandi imprese attraverso le catene di subfornitura, le filiere, le reti, i distretti. Tanto basta per puntare verso le imprese di maggiore dimensione? No, perché sono altrettanto significativi anche i casi di successo e di sviluppo costruiti sull'innovazione e sulle nuove tecnologie che hanno preso le mosse a partire, per esempio, dalle oltre 11.000 start up italiane (dati Registro Imprese) che, a ben vedere, oggi sono (ancora) tutte piccole imprese. L'approccio alla trasformazione digitale Constatiamo poi come l'innovazione dei processi, la valorizzazione dei dati, i manager dell'innovazione, siano asset indispensabili per la crescita digitale dell'impresa, ma al tempo stesso rileviamo ancora un deficit nell'approccio alla trasformazione digitale dell'impresa in modo trasversale e con bassa dipendenza alla dimensione e al settore economico. [...] Accanto alle reti l'altro tema critico sono le competenze digitali e la governance dell'innovazione. Non è infatti la tecnologia il nodo da sciogliere, quanto piuttosto le competenze: per scegliere, innestare, gestire e trasformare con la tecnologia i processi produttivi; per la loro gestione innovativa; per trasformare l'amministrazione che monitora, controlla e, se necessario, sanziona. Sono stati fatti già alcuni sforzi interessanti per focalizzare i contenuti sistemici delle competenze necessarie: penso al framework europeo sul lavoro digitale, al Digicomp per i cittadini, all'eLeader per le organizzazioni, alle norme tecniche UNI ISO per l'innovazione, per citare approcci già disponibili da alcuni anni. Più recentemente il Dipartimento della Funzione Pubblica ha varato un Syllabus contenente i saperi digitali necessari anche per il lavoro pubblico: quindi non un profilo specifico, ma una distribuzione orizzontale di competenze digitali in tutti i profili. Certamente questa è una operazione complessa, ma necessaria per i nuovi ingressi nella PA, come per ri-orientare il lavoro di chi già opera nella PA, saperi diffusi cui parallelamente affiancare figure specialistiche per alcune funzioni critiche: produzione di dati, analisi dei dati, sicurezza, architettura dei processi, acquisti di beni e servizi, ed infine project management dell'innovazione. Competenze delle imprese e competenze del personale: due percorsi che si completano Il programma sulle imprese in atto tra le Camere di commercio italiane è affiancato anche da un programma di potenziamento delle competenze digitali rivolta al personale. L'azione ha avuto inizio nel 2018 e ha già visto coinvolti oltre 600 dipendenti appartenenti a tutte le Camere di commercio diffuse sul territorio nazionale. Di questi dipendenti, 320 di loro hanno avuto accesso ad un ulteriore percorso di potenziamento e al test di certificazione delle competenze digitali (è stato selezionato il certificato "e4job- cultura per il lavoro digitale" rilasciato da AICA, ente di certificazione Accredia). Del personale partecipante al percorso, in 275 persone hanno conseguito la certificazione formale denominata e4job rilasciata da AICA-Accredia a seguito del test condotto dagli Ispettori della società di certificazione. Il senso di tale impegno è quello di procedere contestualmente sia nel supporto alle imprese sia nel potenziamento delle competenze digitali del personale preposto alle attività camerali. Tale necessità assume carattere di particolare urgenza a seguito della costante diminuzione del personale e del contenimento delle politiche di ingresso che hanno impatto sulle skill e sulle competenze digitali, in modo più pronunciato e veloce rispetto ad "altri saperi". Il programma di potenziamento prosegue nel 2020-2022 con la messa a punto di un percorso di formazione mirato a ridurre ed eliminare i gap che emergono dagli assessment di valutazione delle competenze digitali.