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Dalla pandemia, una nuova visione di futuro possibile
Agenda Digitale

Se c'è una cosa che dobbiamo evitare ora è immaginare un ritorno alla 'normalità' pre-crisi. Se bisogna cambiare, dobbiamo avere il coraggio di sostenere un piano di rilancio globale visionario e lungimirante, che offra la possibilità di uscire dal guado in cui i tanti anni di politiche miopi ed egoiste ci hanno condotto. In foto Giuseppe Pirlo Referente dell'Università degli Studi di Bari Aldo Moro per Agenda Digitale e Smart City e Presidente AICA Puglia. Se la grande storia vive di eventi straordinari non potrà non tener conto della pandemia che stiamo attraversando. Certamente è questo, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, il primo evento planetario. A oggi sono infatti oltre 200 gli stati che combattono la pandemia e in tutto il mondo sono oltre 2.300.000 le persone infettate con oltre 160.000 decessi ufficiali. Questa situazione, di per sé terribile, diventa spaventosa se si considerano le cifre ufficiose che pure stanno emergendo e che disegnano un quadro mondiale ancora più drammatico e che può avere conseguenze addirittura catastrofiche nei tanti paesi con strutture sanitarie inefficienti se non inesistenti. Indice degli argomenti Disegnare un futuro migliore Semplificare la Pubblica amministrazione Ammodernare la scuola Dall'emergenza a un piano di rilancio globale Disegnare un futuro migliore Eppure, è stata proprio la pandemia da Covid-19 a offrire l'opportunità di un ripensamento della società e dell'economia sia a livello globale che locale, un ripensamento quanto mai necessario, considerato che il modello di sviluppo prepandemia aveva già da lungo tempo dimostrato tutte la sua criticità e la sua totale incapacità a traghettare l'umanità verso un futuro di sviluppo equo e sostenibile. Se questo è il quadro nel quale ci muoviamo, la pandemia potrebbe essere allora considerata come quell'evento tragico ma "abilitante" per disegnare un futuro migliore. Essa dovrebbe almeno servire come "trigger" utile per rinnovare i nostri obiettivi di sviluppo, le direttrici sulle quali rimodulare impegni sociali ed economici, anche ripensando agli strumenti innovativi che le moderne tecnologie mettono a nostra disposizione e che mai come in questo momento hanno dimostrato di poter essere strumento utile alle comunità, in termini culturali ed economici, di coesione e inclusione sociale. Semplificare la Pubblica amministrazione Quello che fino a ieri sembrava inimmaginabile oggi è possibile. Oggi e solo oggi abbiamo la straordinaria opportunità di agire per semplificare davvero la macchina amministrativa, rendendo la PA quello che deve essere, ovvero uno straordinario strumento di sviluppo sociale ed economico, al servizio di cittadini e imprese. Oggi forse è ora che la PA comprenda fino in fondo che dare flessibilità al lavoro, anche attraverso strumenti di "smart working" è necessario non solo per ridurre il distanziamento sociale e quindi evitare ulteriori contagi in tempo di pandemia, ma anche per offrire l'opportunità ai propri dipendenti di recuperare una dignità perduta, la dignità che deriva dal poter agire con la necessaria autonomia, sia pure in rete con gli altri e sotto il necessario coordinamento, la dignità di poter vivere il lavoro come dimensione fondamentale della propria vita ma che non escluda altre dimensioni altrettanto importanti come quella famiglia, spesso limitata quando non resa incompatibile con i ritmi del lavoro quotidiano. Una PA dunque moderna e innovativa, in grado di offrire lei per prima le risposte concrete di cui il Paese necessita in un'ottica di reale sviluppo sostenibile attraverso l'adozione di strategie che consentano la riduzione del traffico urbano e quindi dei consumi e dell'inquinamento, con la riduzione di tutti i problemi di salute che ne derivano. Ammodernare la scuola Oggi possiamo, in maniera tangibile e efficace, ammodernare le nostre istituzioni scolastiche che hanno sperimentato, spesso guidate dagli studenti che hanno fatto da "tutor" ai loro professori, le potenzialità delle piattaforme per la didattica a distanza e l'e-learning. Certo nessuno vuole una scuola che sia priva del rapporto personale tra docenti e studenti, che limiti la formazione a una trasmissione di saperi, ma proprio per questo bisogna consentire che la scuola e le università siano anche in grado di "uscire" dalle aule per promuovere azioni integrate che le molteplici modalità di espressione e di comunicazione entrate oramai da tempo nella vita quotidiana di ciascuno, che è anche digitale, superando infinite limitazioni burocratiche spesso legate solo alla più inutile tradizione. I giovani laureati in queste settimane attraverso sistemi online non sono da meno, neanche un poco, a quelli che per anni e anni hanno discusso la loro tesi in presenza. È cambiato lo strumento non il senso di quello che si fa, e forse anche l'uso di questi nuovi strumenti tecnologici aiuterà gli studenti ad essere più indipendenti e responsabili, e certamente a farsi trovare più pronti rispetto alle richieste di un mercato del lavoro che i sviluppa a velocità sorprendenti su fronti spesso imprevedibili.