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Covid-19, così usano AI e big data contro l'epidemia
Agenda Digitale
L'Intelligenza Artificiale può contribuire allo sviluppo di strumenti di supporto alla diagnosi e alle decisioni, alla gestione ottimizzata delle risorse critiche, al coordinamento delle risposte e all'ottimizzazione della logistica. Vediamo le tecniche usate finora e le soluzioni adottate in Italia e in Cina. Salvatore Gaglio Presidente di AICA Sezione Sicilia, Dipartimento di Ingegneria - Università di Palermo ICAR- CNR Salvatore Vitabile Professore Associato, presso il Dipartimento di Biopatologia e Biotecnologie Mediche, Università degli Studi di Palermo La mancanza di dati consistenti ha finora limitato l'utilità dell'Intelligenza Artificiale nella lotta contro la Covid19, ma gli sforzi sempre crescenti nel processo di raccolta delle informazioni potrebbero rivelarsi decisivi nel futuro prossimo. Già si registrano i primi tentativi di realizzazione di banche dati ampie e affidabili, in cui condividere tutto ciò che conosciamo. Negli Stati Uniti è stato messo a punto e lanciato CORD-19, un dataset gratuito composto da quasi 30.000 articoli accademici sul virus Sarscov-2 e sulla Covid-19. Kaggle, una sussidiaria di Google, ha organizzato una competizione per verificare il livello di accuratezza delle attuali tecniche di text e data mining per analizzare questa grande quantità di dati allo scopo di estrarre preziose informazioni. Nel seguito vengono analizzate tre aree in cui cominciano ad essere applicate le tecniche di Intelligenza Artificiale, oltre alle soluzioni adottate in Cina e in Italia. Indice degli argomenti Previsione Diagnosi Trattamento Soluzioni adottate in Cina Soluzioni adottate in Italia Previsione Il virus Sars-cov2 e la Covid-19, la malattia a base respiratoria correlata, sono stati individuati soltanto alla fine di dicembre 2019 analizzando le notizie, i social media e le dichiarazioni ufficiali del governo cinese. Purtroppo la previsione di come l'epidemia, e poi pandemia, si è diffusa, si è rivelata molto complicata. Probabilmente le università, gli istituti di ricerca e le aziende operanti nel campo dell'IA e della salute avrebbero potuto raggiungere risultati migliori se avessero avuto accesso alla totalità dei dati disponibili, ivi comprese le cartelle cliniche dei pazienti. Tuttavia questo passo richiede la soluzione dei problemi spinosi sulla privacy, problemi presenti sia a livello nazionale sia a livello internazionale. È notizia recente che gli Stati Uniti hanno emanato nuove regole per dare ai pazienti un maggiore controllo sui propri dati sanitari.