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Al comprensivo Moie-Castelplanio-Poggio S. Marcello si parla di coding e saggezza digitale per crescere in conoscenza e consapevolezza
Viverejesi.it
Al comprensivo Moie-Castelplanio-Poggio S. Marcello si parla di coding e saggezza digitale per crescere in conoscenza e consapevolezza 14/11/2018 - Presentazione de "Il ladro dei numeri": una storia di storie per un'introduzione gentile all'informatica. Coding, pensiero computazionale, problem solving e saggezza digitale: dal dialogo con l'informatica, con le sue potenzialità e con il suo linguaggio è nato un libro di storie, fiabe, giochi ed enigmi da risolvere. Sarà presentato agli insegnanti lunedì 19 novembre alle 16.30 presso il Polo Mics di Moie Il ladro dei numeri - una storia di storie per un'introduzione gentile all'informatica, edito da Loccioni e scritto da Norberto Patrignani, Mirella Mazzarini, Daniela Cappelletti. «La scuola, soprattutto il primo ciclo, primaria e secondaria di primo grado, ha urgente bisogno di trovare una capacità di dialogo con i ragazzi attraverso le tecnologie informatiche divenute ormai parte, spesso in modo superficiale, dei loro comportamenti. - scrive nella prefazione il prof. Bruno Lamborghini, vicepresidente dell'Associazione Italiana di Informatica e Calcolo Automatico, - E queste storie aiutano a capire che l'informatica intelligente si basa sulla storia dell'uomo, non sul potere delle macchine. Esse riportano la persona al centro e aiutano a capire che dietro al bit non c'è nulla se non si raggiunge e si aggiunge la saggezza di ciascuno.» Il libro è nato in linea con il progetto formativo "Dal Coding alla Saggezza Digitale", la proposta lanciata dall'imprenditore Enrico Loccioni alle scuole del territorio e giunta quest'anno alla quarta edizione: una sinergia scuola-impresa e territorio come costruzione di significati e relazioni in termini educativi, didattici e metodologici. L'impronta all'innovazione e alla cultura digitale si è sviluppata attraverso incontri formativi per docenti tenuti dal prof. Norberto Patrignani coordinati da Francesco Di Stefano. Gli insegnanti coinvolti nel progetto hanno proposto attività didattiche in classe, sviluppando azioni specifiche sul pensiero computazionale, così come previsto dal Piano Nazionale Scuola Digitale. «Obiettivo principale del libro è preparare una base di conoscenza sulla quale poter realizzare attività utili a smontare insieme agli alunni i dispositivi tecnologici, per renderli trasparenti e accessibili, attraverso la comprensione dei meccanismi di funzionamento. - così afferma nella presentazione Mirella Mazzarini già docente e dirigente scolastica, ora impegnata in progetti e sperimentazioni educative - Le undici storie che fanno parte del libro sono strutturate non solo per essere lette o ascoltate, ma per essere animate, drammatizzate, contestualizzate e scavate nei tanti spunti che contengono. Non sono scritte per una lettura individuale, ma per coinvolgere il gruppo in una dimensione di confronto e problematizzazione. Sono uno stimolo ad individuare connessioni e strategie.» Filo conduttore delle narrazioni sono i contenuti di una sperimentazione che riguardava l'introduzione dell'informatica nelle scuole, avviata anni fa dal prof. Norberto Patrignani, docente di Computer Ethics al Politecnico di Torino, di Informatica Generale all'Università Cattolica di Milano e per molti anni impegnato nella Ricerca Olivetti. «A Ivrea, città dell'informatica, mi sono reso disponibile come genitore per progetti che mettevano al centro gli alunni, non il computer. Orientavo l'uso delle nuove tecnologie con l'attenzione rivolta all'apprendimento spontaneo. Poi ho documentato in unità didattiche questo dialogo con l'informatica e le trasformazioni della scuola.» Illustrato dagli stessi alunni delle scuole coinvolte nel progetto, Il ladro dei numeri sarà un vero e proprio testo didattico e di ricerca-azione. Le storie narrate e i contenuti informatici si incontreranno proprio tra i banchi di scuola, si intrecceranno nel sistema-mente, nell'elaborazione di materiali e nella produzione di significati, per crescere in conoscenza e consapevolezza perché, affermava Umberto Eco, se si insegna ad un bambino a programmare in qualche linguaggio informatico, questo esercizio logico lo renderà padrone e non schiavo del computer.