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Le competenze digitali entrano nelle professioni tradizionali, ma ora bisogna rinnovare la formazione
Innovationpost.it

La “rivoluzione digitale” entra anche nelle professioni tradizionali con una richiesta sempre maggiore di competenze digitali. Per questo motivo bisogna investire sul rinnovamento dei percorsi scolastici e universitari, ma anche sulla riconversione delle capacità di chi già lavora a tutti i livelli. Sono queste le conclusioni alle quali è arrivato l’Osservatorio delle Competenze Digitali, realizzato da Aica, Anitec-Assinform, Assintel e Assinter con il supporto di Cfmt, Confcommercio, Confindustria e in collaborazione con Miur e Agid.

Il report, che ha esteso l’osservazione alle professioni non informatiche, quelle in cui si colloca il grosso degli occupati e dei candidati all’assunzione, ha elaborato le informazioni contenute in 540 mila ricerche di personale via web per 239 figure professionali. A queste si sono aggiunte ulteriori rilevazioni e focus group per i settori dell’Industria, del Commercio e dei Servizi, con particolare riferimento alla manifattura della meccanica e del fashion, al piccolo commercio al dettaglio della moda, all’hospitality (alberghi- ristorazione) e al settore pubblico.

Skill digitali in crescita del 13,8%, picco nell’industria e nei servizi

Dall’Osservatorio emerge che le competenze digitali sono ormai irrinunciabili in tutti i settori è in tutte le posizioni aziendali, visto che gli effetti della digitalizzazione vanno ben oltre la creazione di nuove professioni. Il peso delle competenze digitali, quindi, cresce in tutte le aree aziendali di tutti i settori con un’incidenza media del 13,8% ma con punte che sfiorano il 63% per le competenze digitali specialistiche nelle aree “core” di Industria e il 41% nei Servizi.

È nell’Industria che il fenomeno è più evidente: il DSR va dal 20% medio per le professioni di Supporto e Management al 17% medio per le figure Core, con punte più elevate nella produzione, progettazione, ricerca e sviluppo, nel marketing e nella gestione delle risorse umane. Rispetto al 2014, nel 2017 si è riscontrato un incremento del DSR del 4% per le professioni dell’area di Supporto e Management e del 2% per quelle dell’area Core.

Un andamento simile, seppure meno marcato, è nei settori dei Servizi e del Commercio. Nei Servizi, il DSR medio va dal 14% per le figure di Supporto e Management al 13% per le figure professionali Core, ove il DSR è cresciuto del 3% dal 2014 al 2017. Nel Commercio, l’indicatore presenta valori medi del 13% per le figure di Supporto a Management e del 12% per quelle Core.

Cresce la richiesta di competenze digitali più avanzate

L’osservazione si è estesa anche ai diversi tipi di competenze digitali richieste: Applicate (capacità di usare strumenti e software nei processi operativi e decisionali), Tecniche ICT (vicine alle specialistiche, su soluzioni e piattaforme tecnologiche), di Base (per l’uso quotidiano di strumenti informatici) e di Brokeraggio Informativo (utilizzo di strumenti informatici per lo scambio di informazioni e la comunicazione).

Gli skill digitali di Base pesano per il 41% nell’Industria, il 49% nei Servizi e il 54% nel Commercio; gli Applicativi per il 40% nell’Industria, il 25% nei Servizi e il 21% nel Commercio; quelli di Brokeraggio per il 12% nell’Industria, il 16% nei Servizi e il 20% nel Commercio; quelli Tecnici ICT per il 7% nell’industria, il 10% nei Servizi e il 4% del Commercio.

Separando gli skill di Base dagli altri, definiti come skill avanzati, si nota come la domanda di skill di base prevalga solo nel Commercio, mentre nell’Industria e nei Servizi prevalgono gli skill avanzati, visti come fattori di una più evoluta professionalità. E questo si accentua per le attività più tipiche dell’azienda (Core) ove la rilevanza media degli skill avanzati sale al 63% nell’industria e al 41% nei Servizi.

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