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Lavoro, boom digitale: serviranno oltre 88mila specialisti
Repubblica.it

Il numero di offerte di lavoro legate all’innovazione digitale è più che raddoppiato negli ultimi quattro anni, arrivando a toccare quota 64mila lo scorso anno. E non si tratta solo di sviluppatori e consulenti Ict (Information and communication technology, ndr), ma anche di ruoli di avanguardia come lo specialista dei big data e il cybersecurity officer. È questa una delle indicazioni principali emerse dall’Osservatorio delle competenze digitali 2018 sulle professioni Ict, condotto da Aica, Anitec-Assinform, Assintel e Assinter Italia in collaborazione con Miur e Agid.

Le aziende stanno accelerando il passo verso il cloud, i big data e la cybersecurity ma faticano a reperire le competenze tecnologiche necessarie a supportare il cambiamento e a formare profili.

La crescita degli annunci web per le professioni Ict continua (+7% rispetto al 2016) ed emergono nuove professioni. Inoltre, le stime per il triennio 2018-2020 sono ulteriormente ottimistiche: ci sarà bisogno di oltre 88mila nuovi posti di lavoro specializzati in Ict. Con una crescita del 19% sull’anno precedente e una quota di annunci sul web di 49%, gli sviluppatori guidano la classifica dei ruoli più ricercati. Seguono i consulenti Ict. Cresce progressivamente anche la quota delle nuove professioni figlie della trasformazione digitale.

A livello territoriale, il maggiore incremento si concentra nel Nord-Ovest (soprattutto in Lombardia) dove la quota della domanda tocca il 48% del totale italiano. Insieme all’Ict, è il settore dei servizi ad avere la quota maggiore (20%) della domanda di professionisti per la trasformazione digitale: i più richiesti sono l’operation manager (56%) e il digital media specialist. Anche le retribuzioni 2017 dei profili digitali sono in crescita: nelle aziende di informatica ed elettronica i Quadri registrano un aumento del 4,3% e va anche meglio ai Dirigenti (+6,0%). Il gap tra domanda e offerta di specialisti resta però importante e, avvertono gli esperti, occorre agire al più presto se si vogliono cogliere tutte le potenzialità del nuovo mercato del lavoro digitale.

Le stime dell’Osservatorio, disegnate su uno scenario più conservativo ed uno più espansivo, mostrano per il 2018 un fabbisogno di laureati per le aziende che oscilla fra 12.800 e 20.500 unità. Eppure, dalle università ne usciranno poco più di 8.500: un gap che arriva dunque al 58%. Opposta la situazione per i diplomati. Il rapporto sottolinea anche la necessità del giusto mix di competenze digitali e trasversali. La rilevanza delle skill digitali è misurata dal “Digital Skill Rate”, ovvero il grado di pervasività delle competenze digitali all’interno di una singola professione: in media 48% per le professioni Ict e 14% per le professioni non Ict.
Tra le proposte delle associazioni coinvolte nella realizzazione del report: l’aumento di laureati e di esperti informatici con competenze avanzate, il rinnovamento dei percorsi di studio, il rafforzamento dell’aggiornamento permanente e della riconversione professionale, e il lancio di nuovi modelli di interazione tra domanda e offerta nel mercato del lavoro digitale.