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Hi tech, le aziende cercano 20.500 laureati ma ne trovano 8.400
CORRIERE DELLA SERA

In Italia c’è «un allarmante disallineamento tra domanda e offerta di competenze Ict» e ciò accresce il ritardo di digitalizzazione della nostra economia. Una lentezza che «potrebbe diventare anche drammatica» se non si interviene contro il pericolo «di un ulteriore aggravamento». L’appello accorato arriva dalle conclusioni della ponderosa indagine «Osservatorio delle competenze digitali 2018», realizzata dalle maggiori associazioni dell’Ict: Aica, Anitec- Assinform, Assintel e Assinteritalia.

La rilevazione riguarda il 2017, anno in cui le ricerche di personale via web riguardanti le professioni dell’Information & communication technology sono state 64 mila, il 7% in più rispetto al 2016, più del doppio confrontate con quattro anni fa. La stima è che, entro la fine del 2019, dovrebbero crearsi 88 mila posti di lavoro specializzati nell’Ict.

Tutto bene, quindi? Lo sarebbe se la domanda di professionisti comparsa negli annunci fosse stata soddisfatta in numero e qualità e se, entro l’anno prossimo, fossimo in grado di rispondere alle nuove esigenze di digitalizzazione delle aziende. L’Osservatorio indica invece una situazione diversa. Prima di tutto, infatti, nel 2017 servivano 20.500 laureati ma l’offerta del mercato è stata di sole 8.400 unità, quindi con un gap di irreperibilità pari al 59%.

Situazione ribaltata, invece, per i diplomati: ne servivano 12.600, si sono candidati 3.300 in più. Un surplus, inoltre, caratterizzato da qualifiche Ict non sufficienti rispetto alle reali esigenze del mercato. In definitiva oggi, sul totale di giovani con formazione Ict che entrano nel mercato del lavoro, il 33% è composto da laureati e il 67% da diplomati. La domanda delle aziende è però capovolta: 62% di laureati e 38% di diplomati.

Per capire comunque quali specifiche professionalità Ict siano più richieste, occorre sezionare quei 64 mila annunci del 2017. Si scopre così che al primo posto si collocano gli sviluppatori, ricercati nel 49% dei casi, seguiti dai consulenti Ict (17%). Cresce progressivamente anche la quota delle nuove professioni generate dalla trasformazione digitale, che vede un terzetto guidare la classifica: Service development manager, Big data specialist e Cyber security officer.

In generale la domanda maggiore (48% dei 64 mila) si colloca al Nord-Ovest, con la Lombardia in testa.

Una tendenza positiva riguarda infine l’aumento delle retribuzioni. Nelle aziende di informatica e di elettronica i dirigenti registrano un +6% sul 2016 e i quadri +4,3%. Nelle imprese di consulenza e servizi Ict gli impiegati salgono del 2,5%, i dirigenti dell’1,9 e i quadri dell’1,8%.