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Dallo smartworking al lavoro agile e competente
Harvard Business Review

La pandemia e il distanziamento sociale hanno accelerato l'evoluzione del lavoro verso nuove forme organizzative che comportano autonomia e responsabilizzazione e richiedono un sempre più rapido e intenso aggiornamento delle competenze. Una prospettiva di vita e lavoro all'insegna del lifelong learning. L'evento pandemico Covid19 ha rappresentato, e continuerà a rappresentare nel tempo, uno shock sistemico globale destinato a determinare cambiamenti profondi nei comportamenti dei singoli e delle organizzazioni, nelle attività lavorative, nelle relazioni sociali e nei processi di globalizzazione. La diffusione strutturale, e non più solo emergenziale, di massa dell'home working e di forme di smartworking, con l'utilizzo finalmente più efficace delle tecnologie digitali, appare creare le premesse per modifiche rilevanti del lavoro e delle organizzazioni. Una sfida per nuove opportunità di cambiamento che non va perduta, al fine di costruire nuove forme di organizzazioni e di vita in grado di affrontare condizioni sempre più complesse e imprevedibili. Lo smartworking (remoto, stanziale, ibrido o ubiquo) può infatti costituire un laboratorio basato su competenze dinamiche in apprendimento continuo senza limiti di spazio e tempo, quale condizione naturale del nuovo lavoro e delle nuove organizzazioni.

L'IMPATTO DELL'HOME WORKING SUL LAVORO

L'esperienza della diffusione obbligata dell'home working nel 2020 ha evidenziato in tanti Paesi, ma specie in Italia, una grave carenza di conoscenze digitali e di competenze di base e di professionalità nel lavoro, anche per il ridotto supporto da parte delle organizzazioni, specie nelle amministrazioni pubbliche. Nello stesso tempo ha spinto molti a cercare di modificare in autonomia le modalità di lavoro per migliorarne i risultati e la produttività. Ciò ha portato in molti casi a riscoprire e ripensare il proprio lavoro, non più solo in funzione di rigidi tempi e condizioni contrattuali, ma per il raggiungimento di obiettivi e progetti in tempi e modi più o meno strutturati. Questi cambiamenti sono avvenuti anche per iniziativa di aziende innovative e hanno di fatto dimostrato la possibilità di modificare modelli tradizionali del lavoro verso forme basate sul raggiungimento di obiettivi, in remoto o in presenza. [...]

L'AUTORE

BRUNO LAMBORGHINI, economista industriale, consigliere/past president di Prometeia e Fondazione Amiotti, membro del Comitato Direttivo del Centro di ricerca di Scienze cognitive e della comunicazione dell'Università Cattolica e già docente di Organizzazione aziendale presso l'Università Cattolica di Milano. È stato chief economist, direttore centrale e amministratore nel Gruppo Olivetti, presidente dell'Associazione Archivio Storico Olivetti, presidente di AICA (Associazione italiana di informatica e calcolo automatico). A livello internazionale ha presieduto Eurobit (Federazione europea delle associazioni industriali nazionali dell'industria ICT) ed EITO (European Information Technolog y Observatory). Inoltre, è stato presidente del Business Industry Advisor y Committe e (BIAC) presso l'OCSE a Parigi. Consulente aziendale e autore di libri e saggi di economia industriale e sulla trasformazione digitale, ha coordinato progetti e comitati a livello industriale e governativo in Italia e presso la Comunità Europea e collabora con l'ISTAO e Harvard Business Review Italia.