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Informatica: sempre più presente nel lavoro
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Non è una novità che il legame tra lavoro e tecnologia stia diventando sempre più stretto. La quarta edizione dell’Osservatorio delle Competenze Digitali, realizzato da Aica, Anitec-Assinform, Assintel e Assinter con il supporto di Cfmt, Confcommercio, Confindustria e in collaborazione con Miur e Agid ci consegna il dato, come sintetizza Il Corriere delle Comunicazioni, che “la domanda di competenze digitali continua a crescere anche nelle professioni non informatiche”.

Si pone quindi con evidenza il tema della formazione che rischia di diventare drammatico se accostato a quello dell’età pensionabile. È chiara la differente rapidità con cui un milleanial padroneggia e recepisce le innovazioni, rispetto a un cinquantenne o sessantenne; non sono semplici stereotipi, è il fatto che i primi sono nati con mouse alla mano o dito sul touchscreen.

Evidenzia Il Corriere cogliendo il punto che “in tutti i comparti e funzioni aziendali si richiedono infatti competenze digitali, non solo per creare applicazioni o gestire sistemi ma per comunicare, vendere, produrre, amministrare, gestire il personale, e così via. Alla sfida di investire nelle competenze specialistiche, si aggiungono così quelle di adeguare i percorsi formativi e sostenere l’aggiornamento digitale di milioni di lavoratori attraverso la formazione continua”.

È anche vero che spesso non vi sono richieste informatiche molto complesse o che richiedono una conoscenza approfondita dei linguaggi di programmazione: forse il più delle volte le operazioni condotte non sono più complicate di quel che ogni giorno si fa con il proprio computer o cellulare.

Certamente la ricerca dell’Osservatorio delle Competenze Digitali riporta un’evidenza: l’informatica sta diventando sempre più centrale, anche là dove la immagineremmo di contorno o relegata a particolari ambiti. E soprattutto con contorni trasversali che vanno dalla gestione delle reti sociali all’elaborazione di programmi.